Benvenuti ... ma non troppo

(Le grand partage)


    

Regia: Alexandre Leclère
Sceneggiatura: Alexandre Leclère
Musiche: Philippe Rombi
Interpreti:  Didier Bourdon, Valéreie Bonneton. Karin Viard
Origine: Francia, 2015
Durata: 106 ‘

Il film

A Parigi tira aria di tempesta e di sinistra. Durante un inverno particolarmente rigoroso, il governo francese firma un decreto che obbliga i proprietari di case con più di cento metri quadrati a ospitare precari e senza tetto per svernare la stagione. In un immobile del VI arrondissement, una famiglia di destra e una coppia bobo di sinistra non gradiscono. Dopo tentativi falliti di resistenza, cedono all’inevitabile e ‘vincono’ un ospite a testa. Ma è soltanto l’inizio. Tra meschinità e altruismo, villania e cortesia il condominio implode sotto lo sguardo scontroso di una portinaia fascista e riconoscente per i suoi venticinque metri quadri

La Regista

Cresciuta con la madre nella città di Rennes, si trasferisce a Parigi all'età di diciotto anni.
Inizia la propria carriera nel 2002 suoi primi passi con Bouche à bouche, cortometraggio che racconta la riunione a Parigi di due sorelle, una delle quali arriva per annunciare una notizia di grande importanza per l'altra.
Nel 2004 realizza il suo primo lungometraggio Les Soeurs fâchée, con protagoniste Isabelle Huppert e Catherine Frotnei nel ruolo di sorelle.
Nel 2007 dirige Le Prix à payer, il cui tema principale è il difficile rapporto tra due coniugi. Il cast del film è formato da Nathalie BayeChristian ClavierGérard Lanvin e Géraldine Pailhas.
Nel 2012 dirige Maman, un lungometraggio che narra la presa in ostaggio di una madre dalle sue due figlie. Troviamo in questo film il trio Mathilde SeignerMarina Foïs e Josiane Balasko che interpretano rispettivamente i ruoli delle due sorelle e della madre.
Nel 2015 dirige Benvenuti ... ma non troppo e nel 2017 realizza Un marito a metà

Da commedia a vaudeville

Al centro del film la regista colloca una coppia di destra che scopre la tolleranza e l’alterità, e una di sinistra che si rivela permeabile ai pregiudizi. Tra di loro, disagiati e miserabili subiscono come in una celebre canzone (“Io tra di voi”): non parlano mai e osservano l’intesa e i malintesi della vita coniugale dei rispettivi ospitanti. Didier Bourdon e Karin Viard, coniugi reazionari abbonati a Le Figaro, e Valérie Bonneton e Michel Vuillermoz, omologhi bohèmes e assidui lettori di Libération, incarnano forzando fino alla caricatura la cattiva coscienza del paese tra salti d’umore (incomprensibili) e ritorno all’ordine.
Più interessata alle vicissitudini coniugali delle coppie protagoniste che alla frattura sociale, la Leclère finisce per virare la commedia in vaudeville. Una farsa leggera animata da una galleria di caratteristi francesi, tra cui spicca la straordinaria Sandra Zidani, e incurante dei ritratti indigenti, che restano bozzetti definiti dalla nazionalità e dal loro stato di miseria piuttosto che da una personalità o da una storia singolare. Benvenuti…ma non troppo si nutre allora delle meschinerie dei ricchi, di destra e di sinistra, dimentico dell’impegno collettivo che si prende al debutto e ripiegato sulla crisi matrimoniale, trattata neanche a dirlo con la stessa ovvietà. Il dubbio è che il soggetto-alloggiamento non sia alla fine che un pretesto per realizzare una commedia di ri-matrimonio.
In un senso o nell’altro, Benvenuti…ma non troppo non elude gli stereotipi che pretende di denunciare. Gli altri attraversano il film senza esistere se non alimentando ciascuno il proprio ‘modello ricorrente’: i senza tetto sono senza educazione, i disoccupati parassiti, la coppia di ebrei spilorcia e arroccata nel suo appartamento, l’operaio dell’Est ladro. E se il film ripara prima della fine in una grande comune fraterna è solo per ritrovare la libido nei talami borghesi, evidentemente rianimati dalla frequentazione della ‘miseria’.
(Marzia Gandofli, Mymovies)

Trama impegnata

Un film che diverte e al contempo induce a riflettere. Lo spettatore viene portato a immedesimarsi nel ruolo dei protagonisti, domandandosi come reagirebbe in una simile situazione. La sceneggiatura, sempre della stessa Lèclere, tiene alta la concentrazione pur essendo un film prettamente incentrato sui dialoghi tra i differenti personaggi. Non mancano i riferimenti alle appartenenze politiche, dimensione attraverso la quale la regista palesa la vera indole dei suoi personaggi, diversi per bandiera o ideali ma tutti mossi dagli stessi dubbi in una condizione che li vede, ciascuno a proprio modo, dover affrontare le proprie paure. Perché la paura è un’emozione sulla quale Benvenuti…ma non troppo parla allo spettatore, presentando i personaggi sotto molteplici e imprevedibili aspetti: vedremo quindi i comunisti pronti a scendere in piazza per manifestare, rivelarsi meno ospitali nei confronti dei senzatetto rispetto ai conservatori, più aperti e caritatevoli.
Una trama impegnata, ma messa in scena in maniera volutamente leggera. Gli attori si prestano bene e, tra una casa e l’altra, Alexandra Lèclere non perde occasione per strizzare l’occhio al suo cinema concentrandosi sui rapporti di coppia e sugli equilibri coniugali, qui messi in discussione da una situazione tanto complicata quanto divertente. Perché in questo la regista riesce appieno: diverte affrontando un argomento delicato e di assoluta attualità.
(Nico Parente, Cinematografo)

Potpourri di reazioni

Benvenuti…ma non troppo è un potpourri di reazioni molto veritiere a un evento destabilizzante, un ritratto dei vari modi di accettare il cambiamento e lasciarsi modellare, o meno, da esso.
C’è chi potrebbe riscoprire un lato del proprio carattere dimenticato o chi, per necessità si adegua, per poi riprendere il controllo della propria vita non appena la normalità è ristabilita.
E questo è il caso dei coniugi Dubreuil, dove il marito (Didier Bourdon) scopre di non essere sempre stato cieco davanti ai bisogni degli altri, ma la vita accomodante che si è guadagnato gli ha creato dei paraocchi. Al contrario, la moglie (Karin Viard) si rassegna al cambiamento e come il giunco del proverbio cinese, si piega per non spezzarsi attendendo il ritorno del sereno.
(Angela Parolin, Film4life)

scheda a cura di Francesca Filauro



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